18 ottobre 2007

Difficile trovare un istante per scrivere - un momento di silenzio, di introspezione. Passo così tanto tempo ad analizzare il mondo che mi gira attorno, nel tentativo di non essere travolta dalla valanga di possibilità che questa minuscola cittadina offre, che aggiungere foto su un blog è un'attività marginale. Soprattutto dato l'utilizzo spropositato che si fa di Facebook da queste parti - un network parallelo che fino a pochi mesi fa viveva solo nei racconti fantasmagorici di mio fratello Benjy, ma che qui è quasi un principio di organizzazione sociale.. il mio odio per la tecnologia non può che aumentare.
Sono qua da una ventina di giorni, ma mi sembra una vita. E la cosa più buffa è che mi sento davvero a casa, parte di una famiglia di spaesati internazionali. C'è il ragazzo kossovaro che ha studiato a Chicago innamorandosi irrimediabilmente degli Stati Uniti, l'afgano di origini mongole che ama ballare la salsa, la brasiliana che ha vissuto anni in Tailandia, il timido indiano che fugge alla fine di ogni lezione, il pakistano sposato che se la intende con ogni ragazza del corso, l'americana-bionda-che-si-vergogna-di-essere-americana-bionda, il malese ultra-cristiano che tenta di convertirci tutti quanti, la bella libanese che si vuole riscattare dal suo passato di consulente pubblicitaria.. Ognuno geniale a modo suo.
Fuggo a letto, presa dal sonno. Lascio qualche foto per dare un primo assaggio.

Morning dew
King's Parade, bicycle rush hour
King's chapel
Scorciatoie En la tela de la araña
Cena di matricolazione (con alcuni amici del college)
Assorbendo il sole..
The 'peak' district (dove di 'peaks' se ne vedono pochi..)
Bernard
Irfan
Compagni di pianerottolo (e di micro-stanze)
'Wine and cheese night'

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