20 giugno 2007

Monsoon

This & That (1)
This & That (2)

Dalla polvere al fango. Sono arrivati i monsoni anche qui, nella citta' che dieci giorni fa vantava la temperatura piu' alta di tutta l'India. Non e' normale che la pioggia arrivi cosi' lontano, dopo aver viaggiato per migliaia di chilometri dalla punta estrema del Tamil Nadu - i contadini si abbracciano per strada, sperando che le loro terre possano finalmente avere acqua sufficiente per dare un raccolto anche lontanamente simile a quello delle pianure fertili del sud.

Noi ci aggiriamo per il villaggio nelle brevi pause tra un acquazzone e l'altro, togliendoci le scarpe, affondando nel fango fino alle ginocchia. Siamo fradici ed abbiamo freddo, ma risentiamo dell'euforia generale, galvanizzati dal gracchiare frenetico di centinaia di enormi ranocchie verdi fosforescenti comparse dal nulla (dove vivono le rane in una terra senza acqua?) - la colonna sonora di un villaggio che risorge. In parte.

Oltrepassati i confini invisibili che separano una casta dall'altra, lo stesso canto delle rane sembra portare qualche presagio nefasto. Il villaggio e' stato costruito in modo tale che se l'acqua dell'enorme pozza centrale straripa, fluisce tutta in una direzione: verso le catapecchie di fango dei senza-terra. La pioggia martellante distrugge i tetti dall'alto e inonda le case dal basso, sciogliendo lentamente le mura ed i pavimenti. Case intervistate due giorni prima sono letteralmente scomparse, le famiglie costrette a rifugiarsi presso qualche parente piu' fortunato. E per loro non esiste neanche la prospettiva di un raccolto migliore.

Ma la cosa che piu' mi fa paura e' che non sembra esserci alcuna rabbia o senso di ingiustizia. Qualsiasi calamita', sventura o sopraffazione viene accettata in maniera passiva, come se fosse inevitabile. Per questo non si organizzano, per questo non protestano, per questo i tentativi di far aderire i lavoratori di questa zona ad un sindacato sono (quasi) tutti falliti. Non riesco mai a capire quale sia il ruolo della religione in questa vocazione all'impotenza. La maggior parte degli abitanti di questa zona non e' neanche induista, ma Sikh - in teoria paladini dell'uguaglianza sociale, turbante in testa, coltello al fianco. L'unica spiegazione che riesco a dare e' l'assuefazione dovuta a generazioni di soprusi e la provenienza da regioni diverse, ciascuno di loro uno sradicato disilluso, nucleo a se' stante, impotente.


Imbarazzo della scelta


823 miglia da dove?


The Matrix (dharamasala dove facciamo campo-base)

Late. Victoria train station.


Risk


Spero di poter aggiungere foto di 25 F quando Ram mi permette di rubargliele..

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Dunque nulla, nessuna reazione, moto di riscatto, fin o costruire case che saranno sciolte dall'acqua. Nulla al livello in cui li sappiamo capire. C'è un altro livello ? Intendo nel loro vivere, pensare e sentire in questa terra ? Oppure: c'è un sopruso a cui si ribellerebbero ? FB

Anonimo ha detto...

rain as relief... rain as ruin. A topos as ancient as it is ever present!Lots of people are enjoying reading your accounts. Latest: Dino from Bar Totò and Paola fotocopia!! All reginella and environs send their love. xxxmum